Trust Alessandro Pedersoli

Nota biografica

Alessandro Pedersoli (classe 1929) è un avvocato civilista riconosciuto e apprezzato per i successi ottenuti e l’alta professionalità dimostrata in tante vicende giudiziarie che hanno caratterizzato la vita italiana nella seconda metà del secolo scorso e nel primo decennio degli anni duemila.

Laureatosi giovanissimo e a pieni voti nel 1950 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (a soli 21 anni, avendo concentrato due anni di liceo classico a Roma in un solo biennio), Alessandro Pedersoli ha subito iniziato la pratica forense a Milano con due luminari del diritto civile, prima con il professor Remo Franceschelli e poi con il professor Cesare Grassetti, nel cui studio di via Freguglia ebbe modo di seguire (insieme con altri giovani talenti che avrebbero anche loro segnato la vita forense milanese) alcune delle vicende giudiziarie più delicate e di rilievo degli anni ’50 e ’60 che videro la grande crescita dell’economia e dell’industria del nostro Paese. Quindi negli anni ’60, con l’apertura dell’elegante sede di via Gesù 2/a, ha fondato il proprio studio professionale che è presto divenuto un punto di riferimento per la grande clientela finanziaria e industriale nell’assistenza giudiziaria e di consulenza stragiudiziale di alta sofisticazione.

Ad Alessandro Pedersoli è sempre stato riconosciuto il merito di avere coniugato alcune doti che ne hanno fatto, appunto, uno dei civilisti di maggior spicco: la costante e profonda dedizione personale allo studio di ogni pratica e di ogni singolo documento e profilo fattuale della vicenda sottopostagli (il suo motto è sempre stato “si parte dal fatto e poi si arriva al diritto e non viceversa”), il tutto supportato dal continuo e infaticato aggiornamento giuridico in termini dottrinali e giurisprudenziali (ancora negli anni della maturità professionale dedicava le vacanze alla rilettura del codice civile, specie con riguardo a obbligazioni, contratti, società di capitali); di conseguenza, l’attitudine a elaborare la soluzione più efficiente e corretta, anche sotto il profilo tecnico, per affrontare una difesa o una delicata operazione di finanza straordinaria; la capacità di sintesi delle difese per renderle più facilmente intellegibili al giudice e quindi più efficaci, soppesando personalmente ogni parola con un approccio grandemente autocritico e perfezionistico e fuggendo qualsiasi atteggiamento retorico che minasse il bisogno di chiarezza e immediatezza interpretativa; il profondo senso della deontologia e quindi della
correttezza sostanziale e formale nella gestione delle pratiche, sempre tradottasi in affidabilità agli occhi sia dei colleghi sia dei giudici; lo stile nel tratto umano e la sobrietà nelle relazioni in genere, vale a dire l’attenzione e il rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, colleghi e collaboratori, nonché clienti, giudici e controparti.

Tutto ciò impregnato da quella umiltà che deve avere il serio professionista che applichi la regola socratica della consapevolezza “del non sapere” e dunque si metta sempre in gioco personalmente senza dare per scontato alcunché. Alessandro Pedersoli non ha mai smesso di aprire il codice civile o di procedura civile (sempre presenti sulla sua scrivania) per rileggere gli articoli di legge rilevanti per affrontare ogni pratica: mai si è affidato al “sentito dire” o alla fallace memoria. È stato un esempio e un modello formativo per generazioni di avvocati che con lui hanno potuto imparare e crescere professionalmente e che, grazie a lui, hanno potuto dotarsi degli strumenti per svolgere nel miglior modo il ruolo di avvocato.

L’istituzione, tramite il Trust, di una borsa di studio per studenti di giurisprudenza, vuole essere uno strumento per offrire a giovani volonterosi e promettenti un sereno accesso agli studi giuridici e alla professione forense, trasferendo loro quei valori che possono ancora rappresentare un segno distintivo nell’avvocatura di qualità.

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