Trust Alessandro Pedersoli

Su A.P.

Giovanni Bazoli

Il mio rapporto di lunga data con Sandro Pedersoli è nato e si è sviluppato nell’ambito professionale, ma è diventato ben presto, in ragione delle sue non comuni qualità intellettuali e umane, un legame per me irrinunciabile.

Ne è derivata infatti, sul piano del lavoro, una consuetudine di consultazione sui problemi più delicati da affrontare, nonché una preziosa amicizia sul piano personale. Credo che la mia esperienza sia comune a tutte le persone che hanno avuto il privilegio di godere della vicinanza di Sandro Pedersoli.

Sergio M. Carbone

Ho avuto la fortuna di incontrare Alessandro Pedersoli sin dai primi anni di professione dopo un periodo caratterizzato dall’avvio della mia attività universitaria. Rimasi, così, immediatamente colpito dalla profondità e dal rigore del metodo impiegato da Alessandro nello svolgimento delle sue argomentazioni, certamente espressione delle più evolute tecniche proprie di una matura esperienza professionale oltreché della migliore tradizione accademica del diritto civile. Tanto più che a tali doti si è sempre coniugata anche semplicità e chiarezza espositiva. Ho potuto così verificare la profondità del suo pensiero e delle solide basi teoriche impiegate nelle argomentazioni utilizzate per affermare e convincere della bontà delle soluzioni volta a volta proposte.

Ma a tal fine veniva sempre posta in rilievo l’essenzialità della comprensione delle effettive ragioni economiche poste alla base del rapporto, della sua causa e delle reali intenzioni delle parti, al di là dei tipi o degli istituti formalmente impiegati. Sotto questo profilo Alessandro è tra i primi ad essere stato stimolato da modelli contrattuali o soluzioni normative provenienti anche da altri ordinamenti o semplicemente maturati nell’ambito della pratica del commercio internazionale o codificati in convenzioni di diritto uniforme.

Tale approccio, peraltro, ha consentito anche di risolvere controversie societarie o famigliari di cui si è fatto sempre interprete e portatore di soluzioni che non solo sul piano giuridico, ma anche su quello umano fossero in grado di soddisfare anche i vari (e spesso contraddittori) profili umani della vicenda. Quasi sempre Alessandro ci è riuscito anche in virtù della simpatia e della affidabilità che sapeva suscitare. E le rare volte in cui non ci è riuscito ne è sempre risultato dispiaciuto anche se del relativo esito ne aveva tratto giovamento la parte che rappresentava. Anche in tali occasioni, quindi, un’ulteriore conferma delle sue non comuni doti professionali ed umane che hanno grandemente risentito dell’influenza delle sue origini e dell’ambiente napoletano, come ripetutamente amava ricordare.

Giovanni Cobolli Gigli

Ho passato con l’Avvocato Alessandro Pedersoli un lungo periodo per una grave azione di responsabilità promossa nei miei confronti, che si concluse con queste parole della sentenza della Corte d’Appello: «… definitivamente assolto da ogni addebito di gestione… giudizio questo basato… su dati documentali ed argomentazioni difensive incontestate tra le parti…».

Ho imparato tanto nella “convivenza” con l’Avvocato Pedersoli in quei lunghi anni in cui è nata anche una vera e spontanea amicizia.

Ho avuto modo di capire e riflettere sui concetti di correttezza ed onestà di cui l’Avvocato è un raro esempio.

Guido De Vivo

La prima volta che incontrai Alessandro fu più di trent’anni fa, in occasione di una riunione cui partecipavano alcuni dei più importanti avvocati milanesi, penalisti e civilisti, per un procedimento giudiziario in cui erano coinvolti gli amministratori di una delle maggiori società industriali dell’epoca.

La questione non riguardava me personalmente, bensì un amico che mi aveva chiesto di essere presente. All’epoca ero poco più di un giovanotto e non aprii bocca.

Tra tanti personaggi, un po’ roboanti e, in misura maggiore o minore, piuttosto pieni di sé, mi colpì la signorilità del suo tratto e la pacata acutezza dei suoi interventi.
In seguito ebbi molte occasioni di frequentare il suo studio, prima in via del Gesù e poi in via Monte di Pieta’, ed ebbi modo di apprezzarne la sobria e raffinata eleganza degli arredi, del tutto in linea con lo stile di Alessandro.

Fui molto emozionato quando per la prima volta fui ammesso nel sancta sanctorum della sua stanza, inondata dal profumo del suo sigaro.

Negli anni imparai a conoscere, oltre alla sua indiscussa competenza professionale, i principii etici e deontologici dell’avvocato e dell’uomo, principi di cui tanti si vantano ma che pochissimi realmente seguono fino in fondo, come invece Alessandro ha sempre fatto.

Ho potuto constatare in concreto il suo aderire a tali principi, in particolare in occasione di una mia personale e difficile vicenda, molto delicata data una serie di rapporti intercorrenti tra Alessandro me e le mie controparti, vicenda in cui, indifferente a qualsiasi influente pressione, egli si comportò da grande gentiluomo e perfetto professionista.

Natalino Irti

Sandro Pedersoli: modello di sapere giuridico e di umana saggezza. Come è proprio dei grandi avvocati napoletani (e tale voglio considerarlo per radici di famiglia e cuginanza con Sandro Petriccione, amico di non placato rimpianto). La saggezza sta oltre il sapere, non si apprende in alcuna scuola, ma si vive e costruisce dentro di sé. Virtù rara in un mondo avvinto all’algido mito della competenza tecnica; e perciò appartiene soltanto a spiriti di nobile tempra. Ed è privilegio se, come Sandro, si trovino nel circolo segreto delle nostre amicizie.

Piergaetano Marchetti

Ho conosciuto l’avv. Alessandro Pedersoli all’inizio della mia professione. L’avv. Alessandro Pedersoli, che godeva di alta stima da parte del mio maestro prof. Ariberto Mignoli, mi fu pure egli maestro sotto diversi aspetti. Maestro per il metodo da seguire nella professione, metodo basato sul rigore, su ragionamenti razionali e lineari, sulla conoscenza ampia di dottrina e giurisprudenza. Maestro per lo stile e l’eleganza nei rapporti con colleghi e clienti. Maestro per l’importanza che egli ha sempre attributo al profilo culturale del professionista. Un esempio, quindi, fondamentale anche per i giovani di oggi.

Clarice Pecori Giraldi

Ho conosciuto professionalmente Alessandro recentemente, 6 o 7 anni fa, per la complessa successione di un noto collezionista. La capacità e la signorilità di Alessandro hanno consentito di creare un clima di fiducia per assumere le decisioni più giuste e equilibrate.

Edoardo Pedersoli

Cercare di descrivere in poche righe l’importanza di un “maestro” è già di per sé impresa difficile; lo è ancor di più quando, a quella persona, si è legati da un rapporto così speciale come quello che lega un nipote al nonno.

Alessandro Pedersoli ha incarnato principi, professionali e di educazione, che lo hanno reso una figura di riferimento per generazioni di avvocati e per me che ho avuto il privilegio di affiancarlo negli ultimi 10 anni della sua attività.

La sua attenzione alla ricostruzione dei fatti era la base del suo metodo: ogni dettaglio veniva esaminato con scrupolosa precisione, senza mai lasciare nulla al caso. Come ripeteva spesso, “il fatto prima del diritto”.

A ciò si aggiungeva una ricerca della perfezione stilistica, non per mera ostentazione, ma per rendere ogni suo scritto chiaro e comprensibile per chiunque, in primis il giudice. Il suo stile sobrio intendeva evitare inutili formalismi, per mantenere invece l’attenzione sui punti essenziali e sulla sequenza logica dei suoi argomenti. All’esterno faceva apparire tutto facile e scorrevole, ma il suo lavoro era frutto non di improvvisazione, ma di lunghe giornate durante le quali, affiancato dal codice civile che rileggeva ogni estate e dal suo immancabile sigaro, correggeva decine di volte le proprie bozze, senza mai accontentarsi.

Possedeva il raro dono della sintesi, ovviamente frutto di fatica: interveniva solo se e quando necessario, consapevole che, al di là delle divagazioni, è fondamentale individuare il cuore della questione senza tanti giri di parole. E, spesso, con un sorriso beffardo faceva proprio il detto «se non lo sai spiegare in modo semplice, non l’hai capito abbastanza bene».

Ciò che distingueva mio nonno era il suo incessante desiderio di migliorarsi: studiava e approfondiva, scriveva e riscriveva, leggendo ad alta voce fino a che il risultato non lo soddisfaceva completamente. Non si accontentava mai delle soluzioni più ovvie e immediate, ma esaminava ogni opzione possibile nell’interesse del proprio cliente, pianificando azioni e contromosse come in una partita di scacchi, senza mai scendere a scorrettezze con le controparti.

Nonostante fosse uno degli avvocati più autorevoli degli ultimi decenni, ascoltava e viveva di “dubbi”, e mai di certezze, convinto della importanza delle domande da porsi, ancor prima delle risposte alle quali giungere.

Alessandro Pedersoli è stato un grande maestro per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui. Molto esigente con sé stesso e con i suoi collaboratori, ma disponibile e generoso di insegnamenti. Senza mai soffrire di gelosie, ma, anzi, valorizzando i più giovani, che hanno visto in lui un esempio di stile, eleganza, lealtà, autorevolezza, acume e concretezza.

Mario Rusciano

Parlare d’un caro amico significa parlare del legame con lui. Il mio con Alessandro inizia ai primi anni ’90. Da allora è nato un rapporto, prima, di reciproca stima e simpatia e, poco dopo, di sincera e affettuosa amicizia.

Naturalmente tutto è avvenuto specialmente a Napoli. Che – non dimentichiamolo – è la città natale di Alessandro. Vi ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza e l’ha lasciata a causa della guerra, dopo un bombardamento che distrusse la florida azienda paterna. A Napoli però egli è rimasto sempre legato, tanto da commuoversi, ancora oggi, quando rivede i luoghi di quei tempi.

Di Alessandro è difficile enumerare talenti e qualità. Dire che è uno degli avvocati più valorosi e illustri d’Italia è un’ovvietà. Preferisco allora parlare delle qualità umane di Alessandro. E comincio da una virtù che secondo me precede e sovrasta le altre: l’essere schivo e il non esibire talenti e qualità pur sapendo di possederne. In lui infatti convivono l’eleganza e la semplicità del tratto; la generosità mai ostentata anche nelle piccole cose; il garbo naturale con qualsiasi interlocutore; la cultura non comune, non solo giuridica; la passione per la musica e per l’arte; l’apprezzamento (sempre misurato) per la buona cucina; la sensibilità ai problemi politici e sociali. Perciò da Alessandro io ho imparato molto: non attraverso gl’insegnamenti retorici e supponenti, bensì attraverso i silenziosi comportamenti nel modo di vivere e di agire. Capita talvolta di scambiarsi una confidenza: essere “i migliori amici”, l’uno per altro. Non è poco e di questo gli sono sinceramente grato.

Gaetano Terrin

Ho conosciuto l’avvocato Alessandro Pedersoli nell’ambito di un incarico professionale, ne è nata – da parte mia – un’amicizia con quel “quid pluris” di fiducia solidale che hanno solo le amicizie nate a scuola. Solo ora, riflettendoci, ne capisco la ragione. Ho visto Alessandro assumere delle deliberazioni coraggiose, rispondendo solo alla coscienza ed al diritto (sua seconda natura) anche quando erano scomode, controcorrente e gli sarebbero costate di persona. L’intelligenza, l’atteggiamento e le sue scelte erano perfettamente coerenti e da questo nasceva la mia fiducia solidale.

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